Flussi di Sergio Benvenuto

Elogio di Claudia

da parte del suo coetaneo Sergio

Elogio di Claudia


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Quando ci si ama, si è convinti di essersi sempre conosciuti. Anche quando si era bambini, ci si conosceva. A me sembra strano, uncanny, non aver conosciuto Claudia quando era bambina. Perciò mi sono convinto di averla conosciuta senza saperlo.
A sette anni entrai in una crisi depressiva che spinse i miei genitori a mandarmi in cura da una psicoterapeuta… Prima di una lunga serie… Piangevo spesso pensando al fatto che i miei genitori, prima o poi, sarebbero morti. Come avrei potuto vivere mentre loro erano morti? Dopo molti anni mi sono detto che la ragione di quella mia precoce tristezza era altrove.
In effetti in quel periodo, dall’altra parte del pianeta, in California, una bimba della mia età stava soffrendo. I medici avevano deciso di toglierle un rene, cosa che fecero a Los Angeles, mettendola in un reparto con soli bambini a cui i suoi genitori non avevano libero accesso. All’epoca i medici americani erano stupidi come i medici italiani, pensavano che i genitori fossero di intralcio al loro lavoro di affettatori di corpi infantili… La bambina era Claudia. Ma spesso penso: dovevo certo sapere che la bimba che sarebbe diventata la mia compagna stava soffrendo, separata dai suoi genitori. Come potevo ignorarlo? Come potevo non temere la morte, allora?
Claudia e io ci siamo conosciuti tardi, a 44 anni, due mesi separano le nostre nascite. La prima volta che uscii con lei, a Trastevere, feci una figuraccia. In un bar, quando mi chiese la mia età, non so perché mi tolsi un anno, dissi 43. Ma mi tradii ben presto, perché quando Claudia mi chiese quale fosse il mio segno astrologico cinese, risposi che era il topo. “Anch’io sono topo” mi disse. Ma i segni astrologici cinesi vanno di anno in anno. Mi perdonò la bugia. Claudia perdona sempre tutti. Da allora però non dico più bugie. Claudia è stata la mia ri-educatrice.
Claudia dice che gli americani, nel fondo, sono più etici degli europei. Forse ha ragione, malgrado Trump e i Wolves of Wall Street. In effetti, Claudia mi ha confessato, un giorno, che non ha mai mentito. Le è impossibile farlo, la bugia non le viene in mente. Piuttosto non dice certe cose importanti. Per esempio, quando le si chiede per cosa lavori, dice solo che è impiegata in una oscura ONG che si arrabatta per la pace. Non dice mai che questa ONG è stata fondata da Einstein e Russell e ha avuto il premio Nobel, mentre lei ci lavorava.

Ho cominciato con la Claudia che a sette anni soffriva, in pericolo di vita. E’ del lato sofferente di Claudia che vorrei parlare qui. Cosa forse scandalosa, perché tutti sanno che Claudia è una persona radiosa, sempre allegra, piena di vita. Claudia esprime una gioia di vivere che non porta con sé la zavorra della paura della morte. Sa ridere anche nella tragedia. Quando mi disse, nel 1993, che le era stato diagnosticato il cancro che poi avrebbe sconfitto col sorriso, fece il segno che nella lingua dei gesti napoletana significa l’ascesa al cielo, insomma la morte: ------ Prendeva in giro la propria malattia.
La dico tutta: io sto con Claudia perché è una donna completamente globalizzata, cosmopolita.
“Globalizzato” oggi è quasi un insulto, si pensa subito a finanzieri che sparpagliano i loro soldi per il mondo. Certamente Claudia è cosmopolitica perché ha viaggiato tanto, è più facile dire i paesi in cui non è stata che in quelli in cui è stata. Per cosmopolita globalizzata intendo una persona priva di qualsiasi pregiudizio non solo religioso o razziale, direi di qualsiasi pregiudizio tout court. Non l’ho mai sentita indulgere in frasi fatte, cliché, stereotipi su popoli e persone, per lei ciascuno è soprattutto un essere umano. Certamente Claudia non è un’intellettuale – anche se sono spesso sorpreso da quanto sapere nasconda nelle pieghe della sua modestia – è semplicemente una persona intelligente. Purtroppo conosco tanti intellettuali stupidi. Un corollario dell’intelligenza è l’allergia ai luoghi comuni, a certe semplificazioni dotte, al parlare come un libro stampato.
I segretari generali del Pugwash cambiano, ma Claudia resta. Ogni nuovo segretario ha assolutamente bisogno di lei, e non solo perché conosce le cose del Pugwash come l’architetto sa tutto del palazzo che ha costruito. Claudia è indispensabile perché sa essere accogliente con tutti. Claudia parte dal presupposto – che lei stessa sa essere fallace – che ciascun essere umano è buono.
In effetti Claudia riesce a sentirsi a proprio agio con chiunque, sia esso un premio Nobel in fisica, un gerarca russo, un talebano, un terrorista in attività o in pensione, una spia, una femminista storica, un pascià arabo… Essendo priva di qualsiasi senso di superiorità nei confronti di chiunque, anche di un barbone alcolizzato, è anche priva di qualsiasi senso di inferiorità. Sono convinto che se fosse presentata a Joe Biden, si comporterebbe con lui come si comporta con Giuliana, la nostra simpatica vicina di Montebuono, anziana contadina povera, ovvero in modo accogliente e sorridente, e gli direbbe “Posso esserti utile, Joe?” Appunto “posso esserti utile?” Claudia è sempre pronta ad aiutare, anche gente sconosciuta o quasi. Quando un parente e amico le chiede di essere accompagnato in auto a qualche aeroporto, Claudia non dice mai di no. Talvolta conosce turisti stranieri di qualsiasi paese a Roma, se le sono simpatici ci passa la serata assieme, magari paga loro la cena, e si fa in quattro per render loro il soggiorno il più gradevole possibile. Talvolta questa benevolenza così generosa mi appare eccessiva, la rimprovero “ma perché fai l’autista o la guida turistica gratis?” E la risposta che mi dà è disarmante: “Perché mi piace”. In fondo, Claudia fa sempre e solo quello che le piace. Ed è davvero straordinario che quel che le piace piaccia sempre a qualcun altro...
Insomma Claudia è buona, e proprio per questo è felice. Essere felici è soprattutto esser buoni, prima di tutto con sé stessi. Eppure so che questa felicità non è qualcosa con cui lei è nata, tutt’altro. E’ qualcosa che lei ha raggiunto attraverso una vera e propria ascesi, che da filosofo, quale in parte sono, le invidio.
Dico ora forse un segreto, qualcosa che pochi sanno di lei… Questa gaia saggezza è lo sbocco di un confronto precoce con la morte e la disperazione. Talvolta sente una voce dentro di lei che dice “Loro dicono che lei si è suicidata!” Chi si è suicidata? E chi sono costoro che lo dicono? Secondo me si è suicidata Claudia, la vecchia Claudia, e ciò che lei è, ciò che ci dona, è ciò che è nato da questo suicidio. Una volta mi disse “Sono una persona profondamente malinconica. E quando si raggiunge il fondo della malinconia, essa lascia il posto all’allegria”. L’allegria di chi è sopravvissuto a una tragedia.
Quale tragedia? Forse quella di suo padre, veterano della guerra nel Pacifico? Di un padre sfuggito a due affondamenti di navi nell’oceano, che per poco non finì divorato dagli squali o bruciato vivo dal petrolio del naufragio? Non lo so. Ma Claudia ha avuto la fortuna di fare sempre il mestiere che la faceva godere, quello al Pugwash, e che le permetteva di viaggiare, di conoscere la gente più diversa… Claudia, come io del resto, siamo fondamentalmente dei nomadi, degli avventurieri. “Sono una quieta avventuriera” ha detto. Mi confidò che sognava di diventare la compagna di un fuori-legge del West. E difatti ha trovato un fuori-legge come me… Donna del focolare e vagabonda, ma il suo focolare non è nello spazio e nel tempo, è in un luogo indefinibile, ciò che resta una volta risucchiata la schiuma del mondo.
Claudia dice talvolta che lei sta bene in coppia con me perché io la lascio esser sola. In fondo, la nostra è l’unione tra due singles solitari. Single e sposati allo stesso tempo, è la migliore quadratura del cerchio.
Claudia ha il talento di consolarsi. Per esempio, non si è mai lagnata di non aver avuto figli, le basta amare la nostra cagnetta, Mila, ormai più vecchia di noi. Amiamo i cani perché sono per noi il criterio stesso dell’umanità.
Eppure mi piace il fatto che Claudia non sia “umanista”, ancor più degli esseri umani le piace la natura. Ha passato ore a osservare un cinghiale che approfittava della notte per brucare la nostra erba. Ed ha una faccia metafisica, un essere è davvero umano solo se ha una faccia metafisica. Claudia è così gentile perché è attratta dalle stelle, che sente come suoi vicini di casa, fa il gossip sugli astri. Ogni sera osserva la luna. Mi distoglie dal mio lavoro urlando “Sergio, vieni a vedere la luna!” La vede ogni volta diversa, cambia ogni sera. E talvolta costringe i nostri ospiti, anche nelle fredde serate invernali, a venire sul terrazzo per guardare un satellite artificiale luminoso che gira attorno alla terra. Ho pensato che lei si senta un po’ come questo satellite, che gira sempre attorno al mondo ma non ne fa parte. Innamorata del mondo, ma sempre al di fuori di esso.

Così Claudia e io invecchiamo insieme, anche se invecchiare non è affatto bello, anzi è deplorevole. Ma invecchiando con chi si ama ci si consola del proprio declino, perché un vantaggio collaterale dell’amore è il fatto che si veda nell’amato la freschezza della gioventù dietro la maschera ridicola della vecchiaia. La persona amata ha solo un corpo invecchiato, ma non lo è. Claudia ha conservato per me addirittura un'aria infantile, come se avesse sempre voglia di giocare alla mosca cieca o alla palla. E quando un sorriso spensierato la illumina, gioisco dello sprazzo di gioventù che quel volto coevo al mio mi restituisce. L’amore ha la saggezza di infantilizzare l’amato. Guardare l’amato è vedere il contrario del ritratto di Dorian Gray, è il ritratto che ti guarda. Così Claudia fa sentire giovane persino me stesso.

Credo che la chiave per capire la disincantata allegria di Claudia sia una scena che lei stessa racconta, e che risale alla crisi dei missili a Cuba quando lei aveva 14 anni. In quei giorni chi scommetteva che sarebbe scoppiata la guerra nucleare tra USA ed Unione Sovietica era quasi sicuro di vincere. Le scuole, un giorno, avevano raccomandato alle mamme di preparare per i loro figli uno zainetto con cibo e oggetti essenziali che permettessero di restare lontani da casa sette giorni. Leggi: “se scoppia il cataclisma nucleare mentre i vostri figli sono a scuola, devono sopravvivere almeno una settimana nel rifugio”. La mamma di Claudia, in apparenza serena e sicura – Dolores appariva sempre serena e sicura - preparò lo zainetto della figlia con tutto il necessario. Claudia si allontanò da questa messinscena andando verso la scuola, e non potette fare a meno di volgersi all’indietro guardando la casa che forse – si diceva dentro di sé – non avrebbe mai più rivisto. Prese congedo dalla casa, dalla famiglia, dal mondo in silenzio, senza piangere, un congedo muto, un congedo eterno. So che la Claudia che ho conosciuto è quella uscita da un cataclisma nucleare dell’anima. Anche io sono ciò che resta di un cataclisma. Entrambi, siamo i sopravvissuti che in fondo non hanno più nulla da perdere, che avendo perso tutto si sentono liberi. Non parlo di perdita di beni materiali, parlo della perdita di qualcosa a cui avevamo inconsapevolmente attaccato la nostra vita. Direi che per amare veramente bisogna aver perso qualcosa di essenziale, essere felicemente sopravvissuti. Nella vecchia Napoli si diceva “tre sono i potenti: il papa, il re, e chi non tiene niente”. Claudia, ancor più di me, non ha nulla, se non l’amore. E l’amore è la straordinaria potenza di chi non tiene più niente.

Buon compleanno, Claudia
Sergio

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